Incisione monografica della Xclassic Records per Jacob Dont in cui il violinista Enzo Ligresti affronta con sorprendente creatività i “24 Studi e Capricci Op 18”, arricchendo il lavoro tecnicamente impegnativo con interessanti spunti musicali. L’idea del compositore di aprire le porte al tecnicismo trascendentale di Paganini presenta nell’insieme dei brani una ricca tavolozza, forte della complessità che deriva dall’accomunare all’intento didascalico l’imponente presenza musicale, efficace sigillo dell’opera d’arte. La lettura che Ligresti propone è animata da un' indiscussa chiarezza timbrica unita a vivacità interpretativa solidamente ancorata a quella padronanza tecnica che permette di osare nelle sezioni differenti. La forza di questa incisione è contenuta nello sfoderare naturale cantabilità accanto ad una visione perfettamente lucida e mai titubante. La fantasia musicale del violinista è pienamente a servizio del rigore della scrittura di Dont ed è nel susseguirsi dei brani che riesce a prendere vita questo quadro. A partire dal “Preludio n.1” si notano affilata precisione e sonorità decise in un brano in cui il tecnicismo trascendentale affronta la difficoltà degli accordi a tre e quattro corde, molto scomodi tecnicamente e che ricordano le arditezze paganiniane. Il carattere di pieno virtuosismo del “Presto n.2” lascia emergere con chiarezza le sfumature musicali, mai trascurate nonostante le difficoltà tecniche, evidenziando gli aspetti della partitura attraverso accenti alternati tra i tempi forte e debole. La consapevolezza nell’approfondire con coscienza critica ogni singolo problema tecnico presentato dai vari studi, propone incastri in un percorso ben definito. L’opera si manifesta attraverso la musicalità più varia in cui il connotato imprescindibile della purezza tecnica viene superato dall’attenzione nell’intessere i vari scenari musicali, fatti di elementi diversi, talvolta umoristici, talvolta immersi nella nostalgia. Grande impeto anima Studi come "Allegretto scherzoso n.6", pronto a trasformarsi in leggerezza danzante così come la grazia espressiva che accompagna "Allegro moderato n.7". Ligresti riesce a far coesistere ogni linea musicale con l’idea di movimento sintetizzando in ogni tassello il minuzioso lavoro che risulta alla base di tutta l’opera di Dont. Non mancano perle di espressività, come “Allegretto n.11”, capace di far prevalere un aspetto privo di artifici ed improntato alla massima naturalezza, suggerendo così una dimensione più suggestiva dell’opera attraverso accordi che creano un effetto pluristrumentale. Il dinamismo parlante che si tinge di nuove sfumature nella sezione in tonalità minore di "Allegretto comodo n.14" è la dimostrazione piena di come la sensibilità artistica possa superare la dimensione tecnica ed anzi giovarsi di essa per ottenere il massimo respiro. I passaggi dal febbrile andamento dell’ “Assai vivace n. 16” si uniscono alle melodie nascoste e svelate quasi magicamente nell’ Allegro n.17” e si amalgamano con l’assoluta chiarezza che anima il racconto del “Vivace n.19”, che ricorda il capriccio n.1 di Paganini per l’uso del ricochet su quattro corde. Sorprende la varietà degli scenari di Dont e ne viene svelato un contenuto segreto attraverso la naturalezza parlante del suono. Le caratteristiche più ricche di contrasti nella musica di Dont sono presenti nel “Molto appassionato n.23” in cui il senso della malinconia viene cantato con fantasiose reminiscenze beethoveniane, pronte a trasformarsi con plasticità di suono in nuovi elementi. Pathos particolare per la “Fantasia n. 24”, che ricorda la Ciaccona di Bach, dominata da tensione musicale ricca di forza interpretativa e capace di offrire una visione innovativa di Jacob Dont.
Vincenza Caserta
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