Concerto “Omaggio alla Spagna”, stagione Concertistica Chiave classica, Castelfranco 22 febbraio

Le atmosfere tipiche della Spagna animano il Teatro Accademico di Castelfranco Veneto la sera del 22 febbraio, la stagione Chiave classica del Conservatorio di Castelfranco dedica un concerto ad un variegato repertorio. Ad accomunare le pagine musicali  proposte, tanto diverse  tra loro sia per gli organici che per gli autori scelti, è il tema del viaggio nelle assolate terre della Spagna, filtrato attraverso gli occhi di musicisti che, come attenti viaggiatori, riescono a carpirne gli aspetti più nascosti ed affascinanti. Ad aprire la serata è il chitarrista Alberto Mesirca che attraverso Canciòn del Emperador di Luys Navàez descrive una terra che ha nella vena più nostalgica le sue caratteristiche predominanti, marcate in modo ancora più evidente nella trascrizione dello stesso Mesirca della Sonata in fa minore K466 di Scarlatti, quasi onirica rappresentazione avvolta in un “meriggiare pallido ed assorto”. Il Quintetto n.4 in G448 in re maggiore di Luigi Boccherini con Stefano Pagliari ed Enzo Ligresti ai violini, Mario Paladin alla viola, Walter Vestidello al Violoncello ed Alberto Mesirca alla chitarra, è animato da una dolce atmosfera nell’incipit Pastorale, accenni alla musica popolare spagnola compaiono con delicatezza e semplicità creando un clima di attesa che le tessiture dei vari strumenti sottolineano con eleganza. Tutto sembra cullato in questa narrazione in cui l’elemento principale è la cantabilità, per contrastare poi con l’Allegro maestoso,  dove ad irrompere è un piglio decisamente più brillante. Si lascia spazio ad un virtuosismo pronto ad animarsi via via in una nuova modalità di intendere la tradizione spagnola, più spigliata e vivace. La vera sorpresa è costituita dal Grave assai, seguito dal Fandango, tutto è umbratile ed evanescente prima di essere coinvolto dalla danza che scandisce con decisione quei ritmi tipici della Spagna delineando attraverso un concatenarsi spedito di armonie colori ed intenzioni. E’ proprio nel Fandango che riconosciamo l’animo più sanguigno che alberga in questo popolo , l’amalgamarsi dei vari strumenti riesce a rendere giustizia alla varietà musicale presentata da questo brillante finale, vero inno alla vitalità. Mesirca alla chitarra solista, nella trascrizione fatta da Segovia con Granada  di Albeniz, è un soffio di leggerezza, mentre la Sonata per chitarra di Palacios è proiezione della spontaneità quasi improvvisata che la musica spagnola riesce a catturare in modo ineffabile e preciso al tempo stesso. La Mùsica callada di Federico Mompu dal Premier cahier (1959) e Quatrème cahier con Massimo Somenzi al pianoforte è un’ulteriore sorpresa per la capacità descrittiva  tutta giocata su sfumature tenui e giochi di colore attraverso i quali il pianista articola il suo tragitto. Questa volta è la Spagna più misteriosa ed introspettiva ad avere il sopravvento, ed è quindi l’abilità di dosare le sonorità di Somenzi a svolgere il compito più delicato. Sono parentesi meditative in cui gli aspetti legati alla musica spagnola sembrano essere vicini alle immagini di Debussy. Le profonde sonorità che richiamano abissi lontani riescono a mescolarsi con quelle cantilene dal carattere di nenie fanciullesche, antiche e calate in contesti lontani tra loro. Chiude il concerto un’altra opera caratteristica, il Quintetto di Boccherini G453 “La ritirata di Madrid”, in cui la forma classica viene impreziosita da un articolarsi vivace che nell’Allegro maestoso assai è evidente, ma che riesce a non perdere brillantezza anche nei tempi seguenti, conservando una grazia interpretativa che rimane intatta nell’intero pezzo. Suggestioni poetiche giocano la parte principale nell’Andantino per poi trasformarsi con disinvolta scioltezza nell’Allegretto in un motivo leggero e scherzoso. Grandioso il finale con le 12 Variazioni in un climax segnato dal procedere marziale e ben scandito di tutti gli strumenti, ed è qui che emerge con maggior chiarezza il dialogo più interessante tra i vari strumenti, riuscendo a delineare quasi paesaggi diversi su ciascuna variazione con intensità crescente. Pubblico entusiasta ed applausi per questo vivace viaggio nella Spagna.

 

Vincenza Caserta

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