Recensione Concerto 17 novembre 2024 Premio Scimone

 

Diventato ormai una tradizione consolidata, il Concorso Scimone dedicato ai giovani talenti si conferma anche nell’edizione 2024 come un’interessante vetrina per giovani talenti. La giuria presieduta dal Maestro Nicola Guerini, direttore artistico del Concorso , composta da un team di rinomati musicisti, ha avuto l’arduo compito di scegliere i migliori talenti. Il premio Internazionale Scimone è stato assegnato al violinista diciassettenne Manuel Burriesci che ha dimostrato un talento da fuoriclasse attraverso un virtuosismo funambolico. Il “Premio Pancolini giovane talento” ha premato in ex-aequo i violinisti Lodovico Parravicini ed Annalisa Bisceglia ed il “Premio Giuseppe Tartini” è stato aggiudicato alla giovane violinista Giulia Cellacchi. Il Concerto del 17 novembre ha presentato i vincitori affiancati dall’orchestra dei Solisti Veneti diretti dal M°Giuliano Carella, mettendo in evidenza le diverse caratteristiche musicali di ciascuno, pur sostanziate da un comune entusiasmo che ha coinvolto il numeroso pubblico presente nell’Auditorium Pollini di Padova. I Solisti Veneti esordiscono con la Terza Sonata in do maggiore per archi di Rossini attraverso una briosità ricca di contrasti tipica della produzione operistica del compositore. La presenza di elementi che vivacizzano le trame narrative rende l’interpretazione dei Solisti Veneti frizzante e popolata da tutti i personaggi che si muovono sulla scena operistica, mentre alcuni passaggi violinistici enfatizzano una leziosità presto stemperata dalla voce scura del contrabbasso. Nell’Andante sembra infittirsi il mistero narrativo, in contrasto con la leggiadria della parentesi in modo maggiore. E’ ben dosato l’effetto di souspance, arricchito da aspetti musicali vivaci. L’Opera sembra aleggiare nella vivacità dei tempi più animati ed è chiaramente un momento in cui questo aspetto narrativo prevale, rassicurato dalla tessitura narrativa dei violoncelli mentre gli aspetti brillanti dell’Opera sono confermati dai violini. Con il Concerto di Mendelssohn in re minore per violino ed archi entriamo nel vivo della kermesse riservata ai vincitori: Giulia Cellacchi presenta le raffinate pagine con ottima espressività e, sostenuta dall’orchestra guidata dal M°Carella, ne evidenzia gli aspetti più classici, in alcuni momenti animati da un impeto di matrice beethoveniana. Convincente la padronanza degli elementi tecnici uniti alla consapevolezza istintiva rispetto alla puntuale scrittura dell’autore. Interessante l’interpretazione che emerge nelle sezioni in cui la solista si esprime con ispirata espressione. Zigeunerweisen Op. 20 di Sarasate nell’interpretazione di Lodovico Parravicini è sin dalle prime battute incisiva nel manifestare una dosata espressività da parte del solista che si conferma poi nella scioltezza dei cantabili dalla dimensione plastica. L’orchestra evoca aspetti commoventi consegnando una sonorità densa e nostalgica in cui il solista trova spazio per essere a proprio agio nella ricerca di cantabilità mentre la sezione danzante coinvolge con misurata briosità. Introduzione e Tarantella Op. 43 di Sarasate con la solista Annalisa Bisceglia mette in rilievo sonorità ricercate aiutate dall’orchestra che offre uno scenario cullante ed onirico. La giovane mantiene con coerenza l’ambientazione creata dai Solisti Veneti e con destrezza trasforma gli elementi in nuova scioltezza. La difficoltà del contrastante coesistere di due elementi di scrittura contrapposti testimonia la prontezza nei passaggi tecnicamente più impegnativi. Il vincitore del Premio Scimone di questa edizione, il diciassettenne violinista Manuel Burriesci, dimostra immediatamente di essere un fuoriclasse: la sua musicalità denota maturità interpretativa e personalità artistica, cogliendo nell’Introduzione e Rondò capriccioso di Saint-Saens uno spirito frizzante . Lo snodarsi chiaro di ogni aspetto della partitura passa attraverso una piena cantabilità, mentre il dominio tecnico dello strumento è il mezzo attraverso cui si manifesta la sintesi tra un raffinato gusto musicale e trame acrobatiche. Il Tema Originale e variazioni Op. 15 di Wieniawski conferma un sorprendente equilibrio musicale in cui i virtuosismi nulla tolgono ad una chiarezza mai bloccata dal grande controllo tecnico. Il bis “Nel cor più non mi sento” di Paganini conferma il giovane Burriesci come promettente astro del panorama violinistico di cui sicuramente sentiremo parlare.

Vincenza Caserta

 

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