Le Variazioni Goldberg BWV 988 di Bach sono una tra le opere in cui la serenità abbraccia il mistero, riuscendo a tracciare un percorso animato dalla ricerca non solo stilistica ma che scava in profondità l’animo umano.
Il cd del pianista Andrea Turini edito da Cezanne Producciones del 2025 è una preziosa lettura di Bach, svelato in tutta la sua essenza caleidoscopica. Non sorprende che il pianista, esperto e fine conoscitore della musica di Bach, sia riuscito ad offrire una lettura originale e viva del più importante pilastro del compositore tedesco. Avevamo già apprezzato un taglio originale ed autentico nel suo precedente progetto discografico legato alla Quarta Partita ed alla Sesta Suite inglese, contrastanti riflessi dell’anima del compositore. Questa nuova produzione è ricca di tutte le sfumature che Bach è capace di inserire nella sua musica, è un costante cammino verso la ricerca di quell’umanità così profondamente impressa dal compositore. E’ la magia che rende queste Goldberg un pilastro in cui l’armoniosità ed il bello non trascurano né gli aspetti più gioiosi né la più intima connessione con la spiritualità. Confrontarsi con un’opera complessa sia dal punto di vista formale che intellettuale è una sfida non da poco e chiaramente viene in mente come anche Glenn Gould abbia affrontato in due momenti della sua vita questo progetto, proprio perché le Goldberg sono come un contenitore magico in cui le formule vanno scoperte e calate all’interno della propria sensibilità artistica per poter essere rappresentative di un mondo. Il virtuosismo, chiaro e fatto di sonorità dosate con creatività, diventa un ingrediente essenziale in questa versione del Turini. Il mondo di Bach si presenta nella sua più pura essenza, idealmente collegato ad opere come “l’Arte della Fuga”, in cui la musica prende forma con la forza decretata dall’interprete. La brillantezza che lascia spazio ad un’ispirazione quasi nostalgica emerge con delicatezza nella nona variazione, ogni suono viene calibrato con cura e diventa un’immersione totale nel viaggio proposto. Le Goldberg diventano un flusso di coscienza che esulano dall’essere un mero esercizio stilistico riuscendo a toccare le corde dell’animo umano. E’una lettura che pone in essere la ricerca costante di una simbologia, di continui riferimenti a espressioni musicali che contestualizzate diversamente assumono una nuova forma più plastica. Il mistero appena sussurrato è quello che appare nella Variazione 13, densa di una poetica composta da sfumature, riprese poi nella Variazione 15 attraverso aspetti ancor più calati in una visione mistica della musica fatta di ineffabile. La solennità nell’Ouverture della Variazione 16 è un momento in cui la ricchezza del linguaggio barocco si colora di nuove impressioni, mettendo in gioco un virtuosismo che si sostanzia in sonorità limpide. Il viaggio nelle Goldberg si anima di impeti visionari nelle Variazioni 19 e 20 e continua a stupire per la capacità di creare diversi quadri sonori in cui repentinamente si passa dalla visione più intimistica e raccolta alla festosa ilarità. Lo spirito con cui viene presentata quest’opera colossale è quello del ricercatore che si trova davanti ad un vero e proprio testamento spirituale in cui è racchiuso il pensiero di Bach, non solo nei suoi momenti indagatori verso se stesso, ma verso la collettività e nel confronto con il divino. Il passaggio continuo tra i vari pensieri strumentali che animano le Goldberg trova piena realizzazione nel pianoforte di Turini, dalla pienezza di sonorità orchestrali alla rotondità dei fiati si ha l’impressione di trovarsi immersi in una varietà strumentale dalla gamma ampia di timbri differenti. L’intero percorso di queste Goldberg è animato sia da un fil rouge di espressività delicata, che attraverso la sapiente fantasiosità d’immagini ed è capace di trasformare l’Aria finale in un nuovo iter.
Vincenza Caserta
Crea il tuo sito web con Webador